Qualche giorno fa sono andato al centro commerciale con una persona cara, per trascorrere una giornata in totale serenità e in uno stato di accettazione incondizionata (ottime premesse!).
Verso ora di pranzo ci siamo recati ad uno dei ristoranti presenti nel centro e, nell’attesa del cameriere, abbiamo cominciato a parlare del più e del meno.
Nel frattempo, mentre dividevo l’attenzione in tre… (!) vale a dire ascoltando l’interlocutore, sentendo di “esserci” ed espandendo la consapevolezza verso l’ambiente circostante, ho avvertito un po’ di tensione tra le due persone (madre e figlia) sedute al tavolo accanto al nostro.
La figlia in particolare sembrava un po’ agitata poiché osservava il cameriere con il “timore” che si stesse recando ad un tavolo di persone sedutesi dopo lei e sua madre, non rispettando i turni.
Riuscivo a percepire chiaramente la sua agitazione (che trasmetteva anche alla madre), favorito dalla vista periferica che mi faceva scorgere nel suo corpo (movimento costante delle gambe) la carica emotiva che evidentemente non riusciva a gestire.
Ma ecco che improvvisamente vedo avvicinarsi il cameriere: “Chi c’era prima?” – domanda lui. E mentre mi accorgo di essere stato l’unico ad averlo sentito (forse perché – in quel momento – meno distratto e addormentato degli altri), lo vedo recarsi ad un tavolo di quattro persone appena arrivate.
A questo punto comincio a temere (simpaticamente) il peggio, spostando l’attenzione verso le vibrazioni emanate dalla figlia della signora… che fortunatamente non sono ancora sul punto di non ritorno.
Per quanto mi riguarda non mi pongo il problema di essere servito prima o dopo, anche se sono attento ad auto-osservarmi e mi rendo comunque conto che ciò che vedo nella ragazza non è altro che la proiezione inconscia di una parte di me.
Nel frattempo, l’audace (inconsapevole) cameriere si fionda verso il nostro tavolo: “Salve, cosa vi porto da bere?”.
Per non generare inutili emozioni negative ed evitare che la ragazza e la madre producano cibo per le “entità basse” del piano astrale (è sufficiente quello del ristorante), dirotto il cameriere al tavolo dei vicini: “Loro erano qui prima di noi“.
La ragazza sembra “illuminarsi” (non in quel senso…).
“Giustizia è fatta!” (starà pensando).
“Ci porti due mezze minerali” – dice lei, fiera.
Poi il cameriere si avvicina a noi, che invece ordiniamo (senza spirito di contraddizione) “Due mezze naturali, per favore.“
Dopo pochissimi minuti arrivano le nostre acque.
Per qualche non troppo misterioso motivo, madre e figlia sono costrette ad attendere ancora un po’ per vedersi portare le loro.
Cosa impariamo da questa esperienza?
La Vita fluisce. Se non Vigiliamo sulle nostre emozioni inferiori, veniamo deviati dal flusso dell’Essere perché cadiamo nelle dinamiche meccaniche della personalità.
Quando ciò accade, ci collochiamo in uno stato vibratorio che, se non affrontato con la giusta Presenza – cioè come un’occasione di integrazione di una carica emotiva irrisolta – diventa, come detto, occasione di nutrimento per le forze del male.
Nel caso specifico, pranzare in uno stato vibratorio basso, frutto delle emozioni inferiori che hanno inquinato l’atmosfera, non ha consentito alle due donne di godere appieno dell’esperienza e di trarne il massimo beneficio.
Se si fossero fatte trovare in uno stato di Presenza (soprattutto la ragazza) avrebbero potuto ristabilire immediatamente il contatto con le loro Anime, illuminando l’oscurità emotiva con la Luce del Cuore.
Infine, per concludere, non c’è da meravigliarsi che l’acqua sia arrivata molto prima a noi (che avevamo ordinato dopo), considerando il contesto energetico che si era venuto a creare.
Non poteva che essere COSÌ.