Negli ultimi giorni ho vissuto situazioni in di “attrito” con una persona a me molto cara. Ci sono stati momenti di grande fervore emotivo, quasi incontrollato, in cui ho reagito in modo apparentemente ingiustificato e certamente esagerato, tirando fuori una bella dose di rabbia.
La re-azione si è verificata nel momento in cui non ero Presente a me stesso e mi sono lasciato trascinare da una carica emotiva apparentemente innocua la quale, pian piano, ha preso sempre più forza, fino a diventare uno straripante ed inarrestabile fiume in piena!
Da qui la necessità di VIGILARE costantemente sui propri stati interiori per non perdere la centratura e ricadere nel sonno dell’inconsapevolezza, che ci riconduce inevitabilmente nelle grinfie della personalità.
Tornando all’accaduto, analizzando a freddo ciò che è successo nel tentativo di darmi una spiegazione, ho rievocato un ricordo dell’infanzia che rappresenta lo specchio esatto di ciò che materialmente ha generato la mia reazione. Con la differenza che nell’evento passato sono stato un semplice spettatore.
Comunque, anche se qualche giorno fa non sono riuscito ad essere consapevole e mi sono fatto trasportare dalla carica emotiva che come un mostro è risalita dagli abissi del subconscio, il fatto di aver individuato probabilmente la sua origine (l’evento risalente all’infanzia) mi ha fatto percepire la sensazione che qualcosa si dissolvesse o, comunque, si indebolisse.
Credo quindi di avere integrato quella carica emotiva (o almeno una parte di essa) e ne esco con il rafforzamento di quella che per me era già un’evidenza indiscussa: le relazioni interpersonali rappresentano il campo della vita più interessante per Lavorare su di sé poiché gli altri sono proiezioni di parti della nostra personalità – di cui spesso non siamo consapevoli perché sepolte nel subconscio – che non aspettano altro che essere reintegrate.
Per farlo, occorre Sentire la carica emotiva… Penetrarla… Osservarla…
Senza giudizio.
