Esiste un modo per uscire dal giudizio (estetico) e sviluppare contemporaneamente presenza e magnetismo? In quest’articolo ti rivelo un segreto tanto semplice quanto efficace – frutto di una scoperta personale – che ho cominciato ad applicare da qualche giorno.
Perché uscire proprio dal giudizio estetico? Perché è quello immediatamente più grossolano e percepibile, e può rappresentare un ottimo punto di partenza per addentrarsi successivamente nei giudizi più sottili di cui i nostri corpi mentali sono pieni (zeppi!).
Uscire dal giudizio estetico rispetto a sé stessi e agli altri, è una problematica che affligge molte Anime ancora identificate con i tre corpi inferiori, soprattutto quello fisico, ed è una cosa su cui ho riflettuto qualche giorno fa, in due diversi momenti della giornata:
- mentre mi lavavo e mi guardavo allo specchio;
- mentre camminavo per strada e mi guardavo intorno;
Quasi tutti, prima o poi, attraversiamo la fase del rifiuto di una o più parti del nostro corpo. Si tratta di una tendenza che è molto sviluppata negli adolescenti (ricordo quando mi uscivano i brufoli sulla fronte e li nascondevo sotto i capelli!), ma anche in molte donne (soprattutto dello spettacolo, ma non solo) che hanno fondato la propria identità sull’aspetto fisico, senza curare lo sviluppo dell’Anima, del Seme Divino che evidentemente non è ancora germogliato e cresciuto.
Cosa accomuna le persone che non stanno bene con il proprio corpo?
L’identificazione con il proprio involucro fisico.
Credono di essere un corpo fisico, un ammasso di carne, ossa, pensieri, emozioni e sensazioni, e cercano di abbellire la parte dell’involucro più esterna, quella immediatamente visibile dal di fuori.
Per queste persone, l’Anima è un concetto mentale – quasi astratto – che non sentono veramente nella carne. Di conseguenza vivono letteralmente in un inferno interiore il cui fuoco cresce in modo direttamente proporzionale al passare del tempo e all’invecchiamento del corpo fisico.
Il problema è a monte: l’identificazione con la personalità/ego è strettamente correlata al senso del giudizio nel quale hanno scelto di intrappolarsi (potrebbe esserti utile leggere quest’articolo, nel quale parlo delle entità interiori del giudice e della vittima).
La personalità utilizza la mente “diabolica” (cioè duale, separativa… da “diabolos”) per esercitare il giudizio su tutto ciò che vede, sente, tocca e accade, ma anche sui suoi stessi pensieri.
Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati.
Matteo 7,1-2
Se vuoi far pace con te stesso, devi innanzitutto astenerti dal giudicare. Solo così puoi imboccare il sentiero che ti fa uscire dal giudizio e ti consente di vedere la Bellezza che è oltre il “velo di Maya“, l’illusione duale che ci ipnotizza da quando cominciamo a dire “io” e “mio”.
Quando giudichi qualcuno, in realtà stai giudicando te stesso. Ciò che vedi nell’altro è quasi sempre una proiezione di qualcosa che hai dentro e che, se così non fosse, non potresti vedere. E finché lo fai, non puoi uscire dal giudizio.
Tutte le volte che, incontrando una persona, la squadri dalla testa ai piedi e ti fermi su ciò che ti piace o non ti piace, stai facendo il gioco della personalità, stai nutrendo l’ego e gli stai dando potere sull’Anima.
Secondo te è un caso che sui social network si possa esprimere la propria preferenza in termini di “like”, “mi piace” ecc…?
No, non lo è. La “matrix”, il sogno collettivo in cui viviamo (creato ad arte e mantenuto in vita da forze oscure e diaboliche per fini legati al loro nutrimento energetico e quindi alla loro sopravvivenza), si regge proprio sulla dualità, perché è intrinsecamente costituita dal giudizio e dalle emozioni ad esso associate.
La prossima volta che guardi una persona, piuttosto che farlo per nutrire l’ego, provare invidia o sentire le pulsioni sessuali del corpo fisico, sforzati di vedere l’Anima meravigliosa che, come te, si sta evolvendo. Sostituisci l’invidia con la sua ottava alta – l’Ammirazione – e le pulsioni sessuali con l’apprezzamento incondizionato della Bellezza che è davanti – ed oltre – i tuoi occhi.
Solo così puoi sperare di uscire dal giudizio.
E se quella persona sei tu allo specchio, il discorso non cambia.
ABBI OCCHI PER VEDERE.
Per uscire dal giudizio (in questo post si parla di quello estetico) – e quindi non sentire neanche il peso del giudizio altrui – devi disidentificarti gradualmente da ciò che credi erroneamente essere te.
Praticare il NON-GIUDIZIO è il primo passo da compiere.
Questo però non significa non avere più opinioni o idee. Non giudicare significa sostituire il giudizio con il DISCERNIMENTO (la sua ottava alta), ossia la capacità di effettuare scelte consapevoli.
Ok, ma come applicare tutto questo, praticamente, al fine di uscire dal giudizio estetico rispetto a sé stessi e agli altri?
Per farlo, oltre a praticare il non giudizio, devi auto-osservarti. In particolare devi prestare attenzione agli automatismi del corpo fisico. Restringendo ancora il campo, devi prendere il controllo dei tuoi OCCHI.
Perché gli occhi?
Ricordi che all’inizio ti parlavo dei due momenti da cui ho tratto spunto per la stesura di quest’articolo?
mentre mi lavavo e mi guardavo allo specchio;
Nel primo caso ho notato che gli occhi si spostavano su varie aree della testa e del viso che probabilmente prima “non piacevano” alla personalità, e lo facevano seguendo degli automatismi risalenti a molto tempo fa, sui quali non ho quasi mai esercitato un controllo cosciente.
mentre camminavo per strada e mi guardavo intorno;
Anche in questo caso, incrociando tante persone, ho notato che i miei occhi si posavano spesso sui loro corpi fisici, catturati da qualche particolare riguardante l’abbigliamento o l’aspetto, e seguendo dei pattern di movimento predefiniti.
In passato, quando ero ancora totalmente nel giudizio e anche per me l’Anima era solo un concetto astratto, classificavo tutto ciò che vedevo, confrontandolo con dei modelli ideali di “bellezza”. Ora sento emergere il giudice interiore in misura molto minore, e questo mi consente di accedere alla Bellezza con maggior frequenza.
L’elemento che accomuna le due esperienze è la meccanicità dei movimenti oculari, l’anarchia degli occhi. Partendo da questa osservazione, ho analizzato la catena delle azioni che portano al giudizio ponendomi una semplice domanda, che ora giro a te:
Quali sono le azioni che compi prima di arrivare a formulare un giudizio estetico?
- Guardi te stesso (se ti stai specchiando) o l’altra persona (se sei per strada).
- Gli occhi iniziano a scrutare l’oggetto dell’osservazione;
- La mente comincia a confrontare ciò che vede con i dati in suo possesso (modelli);
- Emergono delle emozioni positive/negative (in base all’elaborazione mentale) da cui sfocia il pensiero giudicante.
Dal punto di vista del risveglio, basterebbe comprendere a livello profondo che il “difetto” è solo un’illusione dettata all’attitudine della personalità a giudicare praticamente TUTTO, facendo confronti con modelli standard per lo più soggettivi.
Siccome, però, prima di interiorizzare un concetto che è solo mentale può volerci anche molto tempo, occorre ragionare sulla catena delle azioni appena descritta, in particolare sull’anello più importante.
Questo:
2. Gli occhi cominciano a scrutare l’oggetto dell’osservazione;
Se gli occhi non “scrutano”, se non hanno niente a cui aggrapparsi, inevitabilmente la catena del giudizio si spezza. E questo consente di uscire dal giudizio (anzi, di non entrarci proprio!).
“Quindi dovrei guardare per terra???” – ti starai chiedendo.
Non esattamente… 🙂
Come uscire dal Giudizio estetico sviluppando Presenza e Magnetismo
Il semplice “segreto” che stai per leggere (consentimi di chiamarlo simpaticamente così, visto che finora non l’ho trovato in nessuno dei libri che ho letto, o quantomeno non con questa finalità), se applicato con costanza e disciplina, ti consente di uscire dal giudizio estetico, coltivare la presenza e aumentare il magnetismo personale.
Leggi con attenzione.
- D’ora in poi, tutte le volte che ti guardi allo specchio, guardati sempre e solo negli occhi. Se per esempio ti stai lavando il viso, quando sollevi il capo e ti ritrovi lo specchio di fronte, non guardare altro che i tuoi occhi. Lascia che sia la vista periferica a rendersi conto del resto. Tu resta sugli occhi.
- La stessa cosa devi farla quando incontri qualcuno. Guardalo negli occhi. Occhi negli occhi. Sempre. Non osservare altre parti del suo corpo, il modo in cui è vestito ecc… Resta centrato nel tuo Cuore e nei suoi occhi.
Se proprio non dovessi riuscire a restare occhi negli occhi con te stesso, il tuo interlocutore o le persone che incontri per strada, piuttosto guarda nel vuoto, ma assolutamente non osservare i corpi fisici e i loro “addobbi”.
Se ti accorgi che lo sguardo si è spostato meccanicamente dagli occhi, riconducilo dolcemente sull’obiettivo. Questo ti farà sviluppare la presenza perché dovrai continuamente ricordarti di te (e dei tuoi occhi).
All’inizio ti sembrerà un’impresa perché i tuoi occhi sono come uccellini che svolazzano per i campi fioriti. Se poi ti trovi di fronte una persona carismatica e autorevole, quindi dotata di forte magnetismo, l’esercizio diventa ancora più difficile, anche se in questo caso la ricompensa sarà ancora più preziosa, poiché attingerai tu stesso da quella forza magnetica.
L’importante è farlo SEMPRE.
Solo le vittime, le Anime schiave della mente diabolica, cercano i difetti negli altri per attenuare la sofferenza della propria personalità. Le Anime Guerriere lottano per uscire dal giudizio e liberarsi dalla morsa dell’ego.
Combatti contro gli automatismi del corpo in cui vivi e attraverso il quale impari le lezioni che servono alla tua Anima. Non ti arrendere. Va’ oltre la personalità… OCCHI NEGLI OCCHI… SEMPRE…
E avrai OCCHI PER VEDERE.
grazie…
Grazie Maurizio! 🙂
[…] sedermi, ed applichi, inoltre, il principio degli “occhi negli occhi” (ne ho parlato in questo post) senza squadrare le persone ma guardandole negli occhi o – se di spalle – dietro la […]
Tutto molto bello. Davvero. Come sempre, a livello mentale (teorico) lo trovo molto interessante, colmo di saggezza e onorevole. Peccato però che al contempo mi faccia una grande tristezza.
Ci leggo tutt’altro che accettazione. Ci scorgo miseria e miserabilità. Quanta bellezza persa…come se la bellezza esteriore secondo dei precisi canoni estetici fosse un peccato…
Come se non esistesse una bellezza oggettiva nei corpi da godersi con lo sguardo.
Bisognerebbe privarsi di una magnificenza tale. Dovremmo non andare più belle gallerie d’arte, alle mostre e nei musei…non potremo scrutare con i nostri occhi ogni angolo dell’opera o dell’altro/a in quanto opera d’arte.
E cosa ne sarebbe poi dell’alchimia? Quella forza sacra che si manifesta tra due persone e i loro corpi? Non arriverebbe mai…forse. Non sapremo nemmeno com’è fatto il corpo divino dell’altro nella sua manifestazione terrena. E chi se ne importa se alcuni li giudicassimo “male” del tipo “non mi piace”, “non mi piaci” e altri invece li giudicassimo “bene” come “oddio come è bello/a”…”amo le sue mani” ecc.
A me sembra che questa voglia di privilegiare l’anima e dare a LEI il posto d’eccellenza, in qualche caso abbia l’effetto di detronizzare ingiustamente le parti di noi. In questo caso quelle più visibili.
Ovviamente parlo perché questi argomenti mi toccano…in quanto da un bel po’ di tempo sto vivendo una sorta di clausura. In pratica ho rifiuto verso l’altro sesso, mi da fastidio anche chi mi si approccia. Chiunque.
Però poi ho pensato … Che arriverà una persona giusta. Quella che mi toccherà l’anima ma di cui sarò anche attratta a livello fisico.
Io consiglio invece … Di muovere gli occhi e non solo quelli. Prima che sia troppo tardi.
Grazie comunque per ciò che fai. Un piccolo consiglio…a volte …anche meno
Ciao Valentina, si tratta di un esercizio con finalità ben precise, ed è in quest’ottica che va considerato. Grazie per la passione che traspare dal messaggio 🙂
Per non parlare della moda poi…
Se tutti seguissero questo suggerimento gli stilisti diventerebbero barboni e i modelli che posano nelle accademie artistiche per i ritratti dal vero, chiederebbero anch’essi l’elemosina.